Dai millennials alla generazione Z

La storia del digitale e la guida di MyBestInvest per il futuro.

Li chiamano “millennials” (o talvolta generazione Y, come “Yes”) e sono, secondo la definizione maggiormente condivisa (Pew Research Center, 2018), coloro che sono nati tra il 1981 ed il 1996; talvolta anche definiti “nativi digitali” (net genration), i millennials sono nati e cresciuti parallelamente alla massiva diffusione dei principali sistemi di comunicazione evoluta e delle tecnologie digitali.

Ai millennials ha fatto seguito la generazione Z (o “iGen”), rappresentata da coloro che sono nati tra la fine degli anni ’90 ed i giorni nostri; una generazione di persone nata con la tecnologia digitale tra le mani, i social media quale principale o esclusivo sistema di socializzazione ed il web quale vitale fonte di informazione ed apprendimento (limiti e critiche a parte).

millenials

Dalla nascita dei millennials, ovverosia nel corso degli ultimi 30 anni circa, il mondo ha potuto osservare la nascita di almeno altrettante innovazioni (solo per citare quelle maggiormente conosciute) – tra prodotti, tecnologie e servizi – che potremmo definire “epocali”, talvolta per il grado di innovatività intrinseco, altre volte per la capacità dimostrata nel sapere soddisfare bisogni tanto spesso inaspettati ed insospettabili.

Ma cosa sanno davvero i millennials e gli iGen della digitalizzazione e della sua storia?

Tentiamo di ripercorrere alcuni tra i principali passi storici che hanno segnato la creazione del mondo del digitale, per come lo conosciamo oggi, scusandoci in anticipo per le eventuali imprecisioni.

Nascita ed evoluzione dell’era digitale.

innovazione

  • 1981 – Nasce il primo pc IBM
  • 1982 – Nasce il Commodore 64:
  • 1984 – Nasce il primo Mac di Apple 
  • 1988 – Nasce la prima fotocamera digitale di Fujifilm
  • 1990 – Nasce il World Wide Web
  • 1993 – Nasce ufficialmente l’algoritmo di compressione di file “mp3”
  • 1994 – Nasce Cadabra, nome originario di Amazon, ad opera di Jeff Bezos
  • 1994 – Nasce Yahoo!
  • 1995 – Nasce eBay
  • 1997 – Nasce Netflix
  • 1998 – Nasce Google
  • 1999 – Nasce Napster

  • 2000 – Nasce Wikipedia
  • 2001 – Nasce il primo iPod
  • 2002 – Nasce Linkedin
  • 2003 – Nasce Skype
  • 2004 – Nasce Facebook
  • 2005 – Nasce YouTube
  • 2006 – Nasce Twitter
  • 2007 – Nasce il Kindle (Amazon)
  • 2007 – Nasce l’iPhone di Steve Jobs
  • 2008 – Nasce il mercato delle App per smart phones
  • 2008 – Nasce Airbnb
  • 2009 – Nasce Whatsapp
  • 2009 – Nasce Uber
  • 2010 – Nasce Instagram 
  • 2011 – Nasce iCloud di Apple
  • 2011 – Nasce Snapchat
  • 2012 – Nasce Tinder
  • 2014 – Diffusione di massa dell’intelligenza artificiale
  • 2019 – Nascita per fini commerciali dei processori quantistici 

tecnologia

Fattori critici di successo ed aspettative per il futuro.

Cos’hanno in comune le innovazioni sopra descritte?

Abbiamo tentato di individuare i fattori di successo più ricorrenti, che si possono desumere dalla conoscenza e dall’utilizzo quotidiano, comune alla più parte di noi, dei prodotti/servizi sopra elencati ed ecco cosa ne è emerso.

  1. Intuitività ed “auto-apprendimento”. Quasi tutte le innovazioni sopra descritte sono caratterizzate da un elevato grado di intuitività e di graduale ed inconsapevole self-learning, fattori che crediamo peraltro essere in assoluto tra i principali elementi chiave della loro diffusione. Pensiamo in particolar modo all’intero mondo dei social e delle App, ove l’utilizzatore si ritrova ogni giorno più esperto ed in grado di compiere quasi senza pensare tantissime azioni – spesso “gesti” – che gli consentono di muoversi efficacemente e rapidamente nell’insieme delle funzionalità offerte dall’applicativo utilizzato.
  2. Accessibilità immediata e dematerializzazione. La rapidità e l’alto grado di intuizione sono, a loro volta, largamente connessi alla tendenziale dematerializzazione dei prodotti/servizi ed alla loro conseguente immediata possibilità di utilizzo. Basti pensare non soltanto al caso degli applicativi per smart phones e tablet, quanto alla graduale tendenza alla dematerializzazione dei sistemi di stoccaggio dei dati (su archivi cloud ad esempio), dei libri e dei supporti audio (tramite e-book e dispositivi mp3) e video. L’elevato livello di dematerializzazione deve essere letto, infine, quale graduale sparizione dell’essere umano o quanto meno della sua interazione fisica: ci riferiamo, in tal caso, alla diffusa virtualizzazione dei rapporti sociali (talvolta in forma probabilmente “patologica”) osservata nel corso dell’ultimo ventennio.
  3. Tendenza alla gratuità. Ancora, seguendo un ordine in qualche modo “logico”, non si può non rilevare la tendenziale gratuità della gran parte delle innovazioni sorte negli ultimi decenni, gratuità che deve ovviamente leggersi nel quadro della più generale innovazione dei modelli di business, ove il ritorno economico per il produttore non risiede più direttamente nel rapporto col cliente, quanto nello sfruttamento della massa di utenti per finalità diverse (pubblicità, raccolta dati, analisi dei comportamenti, etc.).
  4. Condivisione. Chiave ulteriore del successo in una molteplicità di casi è il meccanismo della condivisione, tanto che si sente spesso parlare di “sharing economy”, proprio ad evidenziare la tendenza del mercato ad ideare nuovi sistemi di creazione di valore e di autoproduzione di business individuali/occasionali mediante, ad esempio, la condivisione della propria casa o della propria auto (si pensi, al proposito, ad applicativi quali Airbnb e Uber); il desiderio di condivisione lo si ritrova, inoltre, nel fenomeno di socializzazione della conoscenza avvenuta ad esempio tramite Wikipedia.
  5. Meccanismo premiale ripetitivo. La premialità posta a comune base di molti dei prodotti e sistemi elencati deve essere intesa in senso plurimo: dai sistemi i recensione (che consentono di produrre punteggi per valutare l’affidabilità di un utente, come accade ad esempio su eBay), ai sistemi di marketing (acquisizione di punti o crediti in base ai consumi per ottenere sconti), al più semplice meccanismo dei “follower” e dei “like”, che in generale consentono di misurare (e dimostrare al “mondo”) il livello di notorietà e di successo riscosso da una persona o da un’azienda sui social. Tutti questi sistemi di premialità sono caratterizzati, inoltre, da conseguenti meccanismi di “ripetitività” del processo, un po’ come accade nel mondo dei videogiochi: l’utente misura in maniera tangibile il risultato dei suoi “sforzi” (in qualunque senso intesi) ed è portato a ripetere i suoi comportamenti (ed i suoi sforzi) per incrementare le proprie possibilità di beneficio (che sia in forma di sconti, di affidabilità o di subdola notorietà).
  6. Design ed emozione. Più classica è poi la caratteristica attenzione al design estetico ed a quello sistemico, sempre più sbilanciato verso il prominente bisogno di generare emozioni. Osserviamo così alla diffusione di prodotti sempre più “universalmente belli”, sia esteticamente che nel packaging (pensiamo, ad esempio, ai prodotti Apple), nonché a sistemi che vogliono emozionare l’utente anche solo nel modo in cui producono una risposta (da qui il dilagare di suoni, rumori e vibrazioni sempre più ricercati nei dispositivi mobile); se non è chiaro il concetto, basti pensare al periodo in cui gli utenti pagavano per acquistare suonerie per cellulari o per comprare l’ennesimo pacchetto di “emoji”.
  7. Automazione a servizio dello stile di vita. Ulteriore elemento di facile osservazione è la tendenza alla creazione di innovazioni che abbiano come scopo il miglioramento della qualità della vita delle persone, spesso tramite sistemi di automazione, in grado di “alleggerire” le persone da gesti quotidiani, che possono in qualche modo essere utilmente evitati, a vantaggio di maggiore tempo a disposizione della persona; il riferimento è, in tal caso, non soltanto ai sistemi di socializzazione, quanto alla graduale diffusione dell’intelligenza artificiale, specie nel comparto dello smart home, ove con la sola parola siamo (e sempre più saremo) in grado di comandare elettrodomestici ed impianti o, ancora, di avviare la nostra musica preferita o la nostra serie TV.
  8. Globalità. Infine, per quanto apparentemente scontato, si osserva come la totalità delle innovazioni sopra elencate abbia come elemento onnipresente la diffusione a livello globale, elemento che rende ognuno di questi prodotti o servizi realmente comune e di uso quotidiano alla quasi totale umanità; la globalità (intesa, quanto meno, come diffusione in almeno due o più continenti) costituisce elemento rafforzativo ed a tratti indispensabile di molti dei fattori critici di successo sopra elencati (condivisione e sistema di premialità in primis).

 

social media

Questi gli elementi maggiormente caratterizzanti sui quali sentiamo sia opportuno riflettere con attenzione ogni qualvolta ci si avvicendi alla ideazione di qualcosa di nuovo nel mondo del digitale; una sorta di “guida” dei fattori chiave da tenere a mente.

Quindi, se sei un innovatore e vuoi capire se la tua idea digitale possa avere basi concrete di successo per il futuro, prendi nota dei nostri consigli e…cos’altro stai aspettando? 

 

Eugenio Cesari

CFO Mybestinvest